Descrizione
Questioni di Antropologia teologica: Credere «in Colui che giustifica l’empio» (Rm 4,5). Tommaso d’Aquino, Martin Lutero e Karl Barth sulla teologia della giustificazioneObiettivi
Al di là dell’indiscutibile guadagno sul piano del dialogo ecumenico, la Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione tra la Chiesa Cattolica e la Federazione Luterana Mondiale (31 ottobre 1999) ha contribuito a riaprire il dibattito su quest’elemento costitutivo dell’antropologia teologica. Collocata all’incrocio tra Grazia/libertà e fede/opere, in connessione con i concetti di salvezza e di peccato, la messa a punto sistematica della nozione teologica di giustificazione consente un indispensabile sguardo d’insieme sulla relazione tra il Trinitas Deus e l’essere umano. Procedendo dalle origini paoline di questo fondamentale concetto teologico, il corso intende mettere in luce come le rielaborazioni di san Tommaso d’Aquino, di Martin Lutero e di Karl Barth derivino soprattutto da peculiari interpretazioni della Lettera ai Romani. Alla luce delle ricerche svolte nel XX secolo, si cercherà infine di evidenziare l’innegabile rilievo cristologico del processo trasformativo dell’umano che chiamiamo giustificazione. Un tratto che, al di là dei ricorrenti riduzionismi, emerge già nelle pagine del Doctor gratiae, all’alba della speculazione teologica su questo tema: «ti è stato reso noto, ti è stato ordinato, ti è stata schiusa la mente se hai coscienza, hai capito che cosa fare; prega perché tu possa fare, se conosci la potenza della risurrezione di Cristo. È stato consegnato alla morte, appunto, a causa dei nostri peccati, ed è risuscitato per la nostra giustificazione (Rm 4,25). Che cosa vuol dire: per la nostra giustificazione? Al fine di darci la giustizia, per renderci giusti. Sarai opera di Dio non solo in quanto sei uomo, ma anche in quanto sei giusto. Infatti è meglio che tu sia giusto piuttosto che tu sia uomo. Se Dio ha fatto te quale uomo e tu fai di te un giusto, fai qualcosa di meglio di quello che ha fatto Dio. Ma Dio ti ha fatto senza di te. In realtà non sei intervenuto con un qualche assenso perché Dio ti facesse. Come consentivi tu che non esistevi? Perciò chi ti ha formato senza di te, non ti renderà giusto senza di te. Perciò ha creato chi non c'era a saperlo, fa giusto chi c'è a volerlo» (S. Agostino, Discorsi, 169,11,13).
Programma
Dopo aver introdotto la nozione teologica di giustificazione alla luce del consenso differenziato espresso nella Dichiarazione congiunta, si procederà ad esaminare la relazione costitutiva esistente tra i commenti alla Lettera ai Romani di san Paolo e le principali elaborazioni teologiche del tema. La Expositio super Epistolam Pauli ad Romanos di san Tommaso d’Aquino, letta in correlazione con la quaestio della Summa theologiae dedicata alla giustificazione dell’empio, costituirà il primo argomento del corso. Dopo aver mostrato come la sintesi tomista proceda da un’attenta esegesi della pagina paolina, si confronterà quanto appreso con l’interpretazione elaborata da Martin Lutero nella Vorlesung über den Römerbrief (1515/16) e con il concomitante rifiuto dell’impostazione scolastica, dovuto all’esigenza di sottolineare l’esteriorità quanto all’uomo dell’imputazione della giustizia di Cristo e della connessa non imputazione del peccato. Il commento di Karl Barth alla Römerbrief rappresenta, infine, il fondamentale cantiere ermeneutico a partire dal quale verrà illustrato il deciso ricentramento cristologico della giustificazione, che costituisce il più originale contributo contemporaneo alla comprensione del tema. L’ultima parte del corso tenterà una sintesi del percorso svolto, attraverso la considerazione critica della significativa tesi di dottorato discussa presso l’Institut Catholique di Parigi da Hans Küng e del noto studio di Eberhard Jüngel dedicato al Vangelo della giustificazione.
Docente
Marco SALVIOLI
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