Descrizione

Teologia morale – Morale dello studio

Obiettivi

Lo scopo del corso è quello di sensibilizzare sulle numerose insidie presenti nella vita intellettuale che apparentemente sembra svolgersi senza implicazioni etiche. In realtà l’atto dello studio è frutto della sinergia tra intelletto e volontà e se questa è viziata, e lo può essere in svariatissimi modi, lo è anche la conoscenza con esso acquisita o perché la verità non è raggiunta, oppure lo è ma in modo non corretto o per un fine niente affatto nobile.

L’argomento già affrontato nei secoli passati, quando dedicarsi allo studio era privilegio di pochissimi, risulta oltremodo rilevante nel mondo contemporaneo che ha visto decollare il numero dei docenti, ricercatori, scrittori, e folle innumerevoli ricercano giustamente l’istruzione, con conseguente aumento degli anni della scolarità, mentre l’esigenza culturale cresce anche per il maggior tempo libero, e si prolunga fino all’età senile con alte frequenze nelle cd. Università dell’età libera.

 

Programma

Servendoci di solide categorie tomiste si vuole presentare una morale dello studio esaustiva delle complesse problematiche che la vanno a comporre. Tale intento verrà realizzato a vari livelli. C’è un bene di carattere ontologico che è dato dall’acquisto degli habitus intellettuali. Conoscere ciò che è vero, a prescindere da ogni considerazione morale, ha valore positivo, perché ogni scintilla di verità partecipa della verità di Dio e costituisce una perfezione acquisirla.

Si passerà poi alla morale naturale dello studio dove si colloca la specifica virtù della Studiositas che verrà analizzata anche in relazione agli altri habitus morali data la connessione delle virtù nel sistema tomista. L’attività intellettuale, tuttavia, acquista la sua dimensione salvifica, e raggiunge l’obiettivo di santificare l’individuo, solo nell’ambito soprannaturale, cioè attraverso l’esercizio delle virtù teologali che verranno esaminate in relazione allo studio.

Nella nostra esposizione terremo conto anche della morale «sociale» della vita intellettuale. Non ci limiteremo, cioè, a considerare le implicazioni etiche dell’atto dello studio con riferimento al singolo individuo, ma valuteremo anche le relazioni che si istaurano tra soggetti per motivi culturali, regolate su un piano naturale dalla virtù della giustizia e su quello soprannaturale dalla carità. Il sapere è un bene che non deve essere perseguito solo per se stessi, ma per tutta la collettività. 

Per dare concretezza e vivacità al nostro discorrere faremo inoltre riferimento alla vita di S. Tommaso, mostrando come egli abbia incarnato in modo mirabile l’ideale dello studioso cristiano

 

Docente

Luciano SANTARELLI

Bibliografia

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