Questioni di Antropologia teologica: L’evoluzione della categoria teologica di «stato di natura»

Obiettivi

La tradizionale riflessione teologica premoderna, quasi senza eccezione, si è riconosciuta nella percezione di una historia salutis che scandiva il suo procedere in tre tappe fondamentali: lo status naturæ integræ, che designerebbe la condizione dei progenitori prima della caduta, lo status naturæ lapsæ, che vorrebbe definire la condizione dell’uomo all’indomani del peccato originale e lo status gratiæ che vorrebbe invece designare la situazione dell’uomo dopo la redenzione del Cristo. Saranno poi le diverse accezioni di finis ultimus hominis e di beatitudo a condurre la teologia, all’esordio della modernità, a scardinare questa visione tripartita della historia sacra anteponendovi un quarto status quello della pura natura che – in netta discontinuità con la tradizione precedente – ipotizzerebbe un uomo sine peccato et sine gratia et sine aliis donis supernaturalibus, come se la sua condizione naturale potesse essere pensata a prescindere radicalmente dall’opera della grazia. Notevole e perseverante è stata la posterità di questa singolare visione del rapporto natura e grazia sia nella teologia sia in quelle teorie, cosiddette contrattualiste, che sono alla radice non solo di gran parte del pensiero politico moderno e contemporaneo, ma anche di una longeva visione ecclesiologica.