Descrizione

Ontologia e Metafisica

Obiettivi

1.  Obiettivo del corso è stimolare l’intelligenza a riconoscersi come luogo epifanico della verità, scoprendo e coltivando il suo carattere dialogale insieme alla naturale capacità di pensare l’«altro» senza diminuirne o deformarne l’identità.

2.  Offrire stimoli e strumenti al fine di riconoscere l’essere come oggetto specifico dell’intelligenza capace di garantire questa contro l’errore, la provvisorietà e l’indeterminazione.

3.  Coltivare la visione dell’essere come «sacramento», cioè come dono e gratuità, trovando in esso l’orizzonte irrinunciabile di ogni teologia qualificabile come «scienza», cioè come discorso responsabile su Dio, sulla sua libertà e sul suo mistero.

4.  Determinare il ruolo della filosofia all’interno della teologia, al di là di ogni modello ancillare o fondativo e avendo presente – senza minimamente pregiudicare il carattere autonomo della filosofia – il carattere libero e gratuito della rivelazione cristiana quale autocomunicazione dell’Agape divina in Gesù Cristo.

Programma

L’ontologia si caratterizza come scienza «dell’essere in quanto essere» (Aristotele), capace di percepire in ogni realtà l’evento fondamentale del suo «è». Prima ancora di costituirsi come disciplina filosofica organizzata, l’ontologia rimanda alla natura intelligente dell’uomo e alla sua spontanea attitudine a percepire le cose non soltanto in «ciò che sono» (essenza), ma prima di tutto nel fatto che «sono» (essere).

A partire da caratteristiche per tutti riscontrabili e quale naturale interlocutore dell’intelligenza, l’esistente si rivela come manifestazione (de-monstratio) di un’Origine dal quale proviene (ex-sistit) e dal quale si distingue. La presenza dell’essere nell’ente quale sua origine e al tempo stesso quale impossibilità di reciproca confusione, sostiene il discorso ontologico sulla «causalità», frequente oggetto di equivoci e fraintendimenti riduttivi: questa, infatti, non è la legge rigida e meccanica che presiede la concatenazione dei fenomeni e ne garantisce la dominabilità, ma la «necessità» che induce a riconoscere ogni esistente come proveniente dalla libertà dell’essere.

In tal senso, l’ontologia è realmente la «scienza della Gratuità» fondata sull’intelligenza dell’esistente quale dono; in forza di tale comprensione, l’intelligenza si configura come impossibilità di dire l’esistente senza coinvolgere l’Origine da cui gratuitamente proviene, riconoscendo nell’esistente il «sacramento» (symbolon) del Donatore, che appare nel dono come «altro» dal dono e altro «del dono», senza tuttavia mai essere fuori del dono o senza il dono.

Questo nascondimento-rivelazione dell’essere nell’ente non scade mai in assenza o inconoscibilità, ma si attesta come la caratteristica più profonda e propria dell’Essere, che è quella di mostrare se stesso nell’altro (al quale dona di essere) non per necessità, ma per indeducibile e indominabile gratuità.

Grazie alla dimensione sacramentale in cui l’esistente rivela l’Essere quale Libertà e Gratuità, l’ontologia si offre anche come orizzonte veritativo e razionale di apertura alla Rivelazione storica di Dio, e dunque come interlocutore prioritario e irrinunciabile della teologia.

Docente

Giorgio SGUBBI

Bibliografia

Tommaso D’Aquino, De ente et essentia, a cura di P. Porro, Bompiani, Milano 2002; Gilson E., L’essere e l’essenza, Massimo, Milano 1988; Vigna C., Il frammento e l’intero. Indagini sul senso dell’essere e sulla stabilità del sapere, Vita e pensiero, Milano 2000; Knauer B., Liebe und Sein. Die Agape als fundamental-ontologische Kategorie, De Gruyter, Berlin-New York 2006; Sacchi D., Lineamenti di una metafisica di trascendenza, Studium, Roma 2007; Ventimiglia G., To be o esse? La questione dell’essere nel tomismo analitico, Carocci, Roma 2011; Bacchini F. – Caputo S. – Dell’Utri M. (a cura di), Methaphysics and Ontology Without Myths, UKSpringer Verlag, Newcastle 2015.