Descrizione
Gnoseologia: verità e conoscenzaObiettivi
Obiettivo del corso è introdurre lo studente alla questione della verità, della sua natura, conoscibilità, affidabilità e comunicabilità. Questo implica la scoperta dell’intelligenza come luogo epifanico della verità e al tempo stesso orizzonte dialogico in cui l’«altro» può essere pensato senza riduzione e deformazione alcuna. I contenuti genuinamente filosofici del corso non precluderanno uno sguardo teologico sull’amore, quale patto che include e prevede la reale conoscenza della verità.
Programma
«Tutti gli uomini aspirano per natura alla conoscenza», afferma Aristotele (Metafisica, I, 1, 980 a 21), e s. Tommaso la definisce come «la cosa più divina tra quelle che sono in noi» (In X Ethic., 1c, 10, 2085), essendo l’orizzonte nel quale e grazie al quale l’uomo incontra la verità, compresa quella di Dio.
Questo corso si propone come commento alle parole di Agostino: «Chiunque conosce qualcosa diversamente da come è si inganna, e chiunque si inganna non conosce ciò rispetto a cui egli si inganna; perciò chiunque conosce una cosa diversamente da come questa è, non la conosce; quindi non si può conoscere alcunché se non così com’è» (De diversis quaestionibus, q. LXXXII, 32).
Dopo avere indicato che «conoscere» non significa innanzitutto avere o produrre contenuti mentali, quanto piuttosto sapersi in relazione alla realtà nella sua verità, e dopo avere sottoposto ad esame critico scetticismo, fenomenismo e dualismo gnoseologico, si procederà all’analisi della nozione di «intenzionalità», quale forma teoretica della natura relazionale e solidale del soggetto in quanto persona «capax veritatis».
Come evento relazionale in cui conoscente e conosciuto sono «uno», e dunque come «identità dei differenti», la conoscenza è stata non a caso assimilata e compresa nell’amore (cf. S. Th., I – II, q. 28, a. 1, ad 3um), il cui primo respiro non è una decisione, ma la relazione-accoglienza della verità. L’intelligenza è sguardo sull’essere e «nello sguardo si trova già da sempre e dall’inizio una decisione: lo faccio per affermare me stesso o per riconoscere la verità? Con il mio sguardo voglio dominare, cioè violentare l’essere, o servire, cioè obbedire all’ordine di senso che l’essere stesso dona?» (R. Guardini).
La risposta a questa domanda, con le implicazioni teologiche che ne conseguono, sarà la conclusione dell’intero itinerario.
Docente
Giorgio SGUBBI
Bibliografia
TOMMASO D'AQUINO, Sulla verità, (con testo latino e un saggio introduttivo di Fernando Fiorentino), Bompiani, Milano 2008, questioni 1, 15, 17);
GILSON É., Réalisme Thomiste et Critique de la Connaissance, Vrin, Paris 1986;
DAMASIO A.R., Descartes’ Error. Emotion, Reason and the Human Brain, Putnam Pub Group, New York 1994;
MARCONI D., Per la verità. Relativismo e filosofia, Einaudi, Torino 2007;
AMORETTI M.C. – COLIVA A., «Epistemologia (o della conoscenza)» in T. ANDINA (a cura di), Filosofia contemporanea. Uno sguardo globale, Carocci, Roma 2013, 59-91;
VOLPE G., La verità Carocci, Roma 2014; Tuninetti L., Persone che giudicano. Lineamenti di epistemologia, Urbaniana University Press, Città del Vaticano 2016.